E’ la sera di Pasqua. I discepoli ancora smarriti sono rinchiusi nel cenacolo: l’ultimo luogo intimo vissuto assieme a Gesù, in quel banchetto d’amore prima dello sconquasso della passione e morte di Gesù.
E qui Gesù, Risorto, si pone, anzi è in piedi, in mezzo ai suoi discepoli. Gesù Risorto non viene, ma è già lì in mezzo ai suoi: deve solo rendersi visibile.
In quella sera, i discepoli parlavano di quanto era accaduto in quel giorno iniziato con l’annuncio delle donne: “il sepolcro è vuoto”; proseguito con la corsa di Pietro e di Giovanni al sepolcro e la loro constatazione che il sepolcro è vuoto, e poi dal susseguirsi di annunci dell’angelo alle donne:“Voi cercate Gesù di Nazareth, il Crocifisso, è risorto” (Mc 16,6).
Ebbene, anche oggi risuona questo annuncio: “Gesù, il Crocifisso è risorto, è vivo”. Tutti abbiamo bisogno di ascoltare questo annuncio e di incontrare testimoni credibili, in questo mondo in cui la pandemia sta bruciando ogni speranza, fiducia e certezza, in cui tanti uomini e donne smarriti ed angosciati rischiano di affondare sotto il peso della sofferenza, della crisi, della fatalità della storia.
Cresce la delusione in noi, presi dall’ingranaggio del quotidiano, degli slogans, della crescente sofferenza umana e delle ingiustizie, dall’ingranaggio dell’indifferenza e della violenza, della chiacchiera e della denigrazione, della pretesa e dell’effimero, dell’ingranaggio della quarantena e dell’isolamento: spesso e sempre più abbassiamo le braccia e ci inchiodiamo al passato, quasi come paralizzati.
E così diventa sempre più difficile spezzare le catene e questi ingranaggi con il rischio di sprofondare in drammatiche crisi di disamore e di non-senso fino al punto di mettere a repentaglio la propria e l’altrui vita, preferendole l’ebbrezza di giochi e momenti di eccitazione passeggera, irresponsabile, individualistica, egoistica.
Ma Gesù è Risorto. E’ in mezzo a noi. Gesù sta in mezzo ai suoi.
I discepoli, in quella sera, sono perplessi, stupiti e spaventati, increduli, oltre che turbati. Per questo sono richiamati dal Risorto.
Il turbamento denota un animo agitato, sottosopra, quasi come un mare in tempesta: un turbamento che evidenzia dubbio e incredulità. E così pensavano di vedere un “fantasma”, cioè un’apparenza ingannevole, che pare reale, ma non lo è.
I discepoli pensavano di vedere. Ma di fatto non vedevano. Il loro sguardo si ferma all’apparenza. Il Risorto li invita a guardare in modo diverso, non come si guarda uno spettacolo, cioè da spettatori, o come si guarda allo specchio per rifletterci, ma come si guarda una realtà, vera. Cristo, infatti, afferma: “Sono proprio io”.
Gesù agisce e parla, saluta, domanda, chiede, rimprovera, invita a rendersi conto della sua verità, mostra le mani e i piedi, mangia davanti ai suoi discepoli. I discepoli, al contrario sono fermi e silenziosi, non si rendono ancora conto della realtà.
Il vangelo annota i loro sentimenti interiori: lo sconcerto, la paura, il turbamento, il dubbio lo stupore, l’incredulità, la gioia. Questi sentimenti tradiscono la difficoltà a credere che Gesù è risorto.
Come loro, anche per noi: non è facile credere nel Risorto: restiamo ancora dubbiosi e increduli. Eppure il Risorto è anche in mezzo a noi: è in mezzo alla comunità dei suoi amici, è sempre in mezzo, dentro la vita di ogni famiglia dei suoi discepoli, di tutti i tempi e di tutti i luoghi.
Il corpo risuscitato di Gesù possiede proprietà superiori a quelle del corpo mortale nella storia terrena, proprietà che indicano una condizione nuova. Questo corpo risorto è il principio e il modello della risurrezione universale e quindi anche della nostra risurrezione. Dicendo: “Sono proprio io” Gesù Risorto fa appello alla fede dei discepoli di allora e continua a farlo ai discepoli di oggi.
E’ un invito alla fede oggi. Cristo risorto è Colui che ha vinto la sofferenza e la morte, ed attira tutti a sé. Le sue parole rivelano una presenza personale che veglia sulla sua Chiesa, su ciascuno dei suoi amici.
E’ Pasqua fratelli e sorelle, Cristo, il Crocifisso, è risorto: Gesù sulla strada della vita entra nella vita dei suoi discepoli ed invita a non aver paura, a non temere e a riconoscerlo vivo e risorto. Gesù risorto ci spinge a metterci in piedi, a riprendere fiducia, a riprendere coraggio e vigore, a non avere paura, a spezzare le nostre vuote ed amare solitudini, e rompere ogni isolamento di indifferenza, ogni amarezza e delusione.
Gesù Risorto abita la speranza, abita l’amore, abita la fiducia, porta il sorriso e la benevolenza, riempie il cuore di bontà e dolcezza. Gesù Risorto è vivo e presente nell’Eucaristia: ci incontra in ogni banchetto eucaristico, è presente in ogni comunità radunata nel suo nome, sta in mezzo ai suoi, per sempre.
E’ Pasqua. L’incontro con il Risorto ci faccia testimoni gioiosi e credibili del suo amore, testimoni del giorno che non conosce tramonto, testimoni che le tenebre del male e del peccato sono definitivamente vinte dall’amore, che la paura e l’angoscia sono definitivamente disintegrate dalla speranza che pervade l’umanità.
E’ Pasqua. La vita esplode pienamente e definitivamente: paura ed angoscia, smarrimento e incredulità sono fugate per sempre.
Cristo, il Crocifisso per amore, è in mezzo a noi, sta in mezzo a noi.
È vivo in mezzo a noi.
Buona Pasqua
d. Edmondo